Il prossimo 20 giugno si terrà a Roma la preannunciata grande manifestazione a difesa dei bambini e della famiglia. E’ stata promossa dal comitato “Difendiamo i nostri figli” appositamente costituito di cui è cui portavoce è il Prof. Massimo Gandolfini. “Difendiamo i nostro figli” è anche il titolo della manifestazione che si terrà in piazza San Giovanni a Roma alle ore 15,30 del 20 giugno. Difenderli da cosa? Lo ha spiegato Gandolfini nella conferenza stampa di presentazione.
Così si era espresso il Comitato: “Per promuovere il diritto del bambino a crescere con mamma e papà, vogliamo difendere la famiglia naturale dall’assalto a cui è costantemente sottoposta da questo Parlamento, vogliamo difendere i nostri figli dalla propaganda delle teorie gender che sta avanzando surrettiziamente e in maniera sempre più preoccupante nelle scuole. Chiamiamo alla mobilitazione nazionale tutte le persone di buona volontà, cattolici e laici, credenti e non credenti, per dire no all’avanzata di progetti di legge come il ddl Cirinnà che dell’ideologia gender sono il coronamento e arrivano fino alla legittimazione della pratica dell’utero in affitto. Ci troveremo tutti in piazza a Roma, schierati a difesa della famiglia e dei soggetti più deboli, a partire dai bambini”.
La manifestazione, quindi, sarà a difesa dell’istituto del matrimonio, della famiglia composta da un uomo e da una donna, del diritto del bambino ad avere una figura materna e una paterna, senza dover subire già dalla scuola dell’infanzia la propaganda dell’ideologia gender definita da Papa Francesco “un errore della mente umana”.
Nella conferenza stampa di presentazione, però, il Professor Gandolfini non ha accennato alle leggi in discussione in Parlamento. Da qui è nata una polemica. Le Sentinelle in Piedi hanno subito diramato un comunicato per precisare che la manifestazione – per quanto riguarda loro – è anche contro il disegno di legge Cirinnà che vorrebbe riconoscere le coppie omosessuali come unioni civili. Riccardo Cascioli è intervenuto su La Nuova Bussola Quotidiana per chiarire, anche lui, che la manifestazione non è “contro nessuno” ma contro queste leggi, per impedirne l’approvazione.
La legge Cirinnà, se approvata, equiparerebbe le unioni civili al matrimonio e aprirebbe sicuramente la strada per le adozioni di bambini da parte di coppie gay. Una volta approvate le Unioni civili, per l’Europa queste hanno diritto all’adozione. Uno Stato può non approvare le unioni civili tra omosessuali, ma se le approva deve anche ammettere l’adozione. In caso contrario verrebbe accusato in Europa di discriminazione.
C’è poi il disegno di legge Fedeli che, se approvato, renderebbe obbligatoria in tutte le scuole l’educazione al gender. Ciò significa che ai nostri bambini e ragazzi verrà spiegata l’omosessualità come se fosse cosa normale. Si tratterebbe di un lavaggio del cervello pianificato e istituzionalizzato.
C’è infine il disegno di legge Scalfarotto che, se approvato, prevederebbe la perseguibilità penale di quanti discriminassero le coppie omosessuali nel linguaggio e nell’espressione. Dire in pubblico che la famiglia naturale è solo tra un uomo e una donna provocherebbe seri danni.
Non si può nascondere che la manifestazione del 20 giugno sarà anche contro queste leggi ed avrà quindi anche un significato politico. Probabilmente Massimo Gandolfini non ha marcato questo aspetto per non infastidire la parte dell’episcopato che è contraria alla manifestazione. Ed infatti la manifestazione avviene senza l’appoggio ufficiale della CEI, per iniziativa di popolo e dal basso. Ciò non toglie che molti siano i vescovi che la appoggiano. A questo proposito: il Vescovo di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi, ha inviato a tutti i parroci una lettera in cui invita a informare i fedeli sulla manifestazione del 20 giugno e a incoraggiare la partecipazione.
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