Davanti alla crisi educativa, nell'Omelia per la festa di San Giusto, il Vescovo ha dato quattro importanti e concrete indicazioni per educare i nostri giovani.

Di fronte all’emergenza educativa




Gran parte dell’Omelia per la festa di San Giusto, Patrono della Città, è stata dedicata dal Vescovo al problema educativo, che egli ha così introdotto:

“Siamo di fronte a un numero crescente di ragazzi e ragazze e di giovani gravati dal peso, spesso insopportabile, dal non-senso del vivere, smarriti, come messi dentro a un treno costretto ad andare avanti senza andare da nessuna parte. Un mondo di vagabondi senza meta. A vivere dentro un mondo che ha smesso di educare, perché ha perso il senso stesso dell’educare, convinto che educare sia ormai una  “missione impossibile”: le minacce ecologiche, l’insicurezza nel mondo economico, la precarietà del lavoro che tocca in maniera inusitata proprio il mondo giovanile, la confusione dei riferimenti culturali, la perdita di contatto con le proprie “radici”, l’iper-consumismo (e tanto altro ancora… ), hanno lasciato soli la famiglia, i genitori e la scuola alle prese con l’arduo compito di educare. Una crisi etico-spirituale ed educativa evidente a cui bisogna porre rimedio”.

Il Vescovo ha proposto quattro vie da perseguire insieme per fronteggiare questa emergenza educativa:

– dire ai giovani che sposarsi e fare famiglia è bello;

– insegnare ai giovani che una generosa apertura alla vita è l’esperienza più straordinaria della vita;

– dire ai giovani che la persona si realizza nelle relazioni comunitarie;

– formare giovani che si aprono al cielo e aprono il cielo sulla terra per illuminarla e risaldarla, come fece San Giusto con il suo martirio.

 

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