Cuperlo, Renzi e Civati sono di diverso parere quasi su tutto: governo, elezioni, riforme. Ma su un punto la pensano tutti allo stesso modo: vita e famiglia. Lo abbiamo visto al confronto di ieri sera su Sky.

Discordi, ma non su tutto




Ieri sera ho visto il dibattito su Sky tra i tre candidati alle primarie del Partito democratico: Cuperlo, Renzi e Civati. Li ho citati nello stesso ordine con cui sono stati intervistati nel confronto televisivo, secondo gli accordi presi dai rispettivi staff. Sul piano della comunicazione hanno vinto Renzi e Civati. Più spigliati, più simpatici, battute veloci e pronte. Più tradizionale e un po’ ingessato Cuperlo.

Sono anche emerse diversità non da poco. Cuperlo a favore di una patrimoniale e gli altri due solo dopo le riforme. Civati che vorrebbe andare subito alle elezioni e lo ha detto, Renzi che pure lui vorrebbe andarci subito ma non lo ha detto, Cuperlo che non vorrebbe andarci. Giudizio sul governo Letta diversificato: più che sufficiente per Cuperlo, insufficiente per Civati, deve cambiare passo per Renzi. Anche su Berlusconi si sono differenziati: Renzi non ha risposto alla domanda sul Cavaliere sostenendo che il PD da vent’anni si è  fatto dettare l’agenda da Arcore e che è ora che diventi se stesso.

Diversità di visioni, quindi. Su tutto, ma non su un punto. Alla domanda sui matrimoni omosessuali, sull’adozione da parte di coppie omosessuali e sull’allargamento della legge 40, ossia sulla retorica  della laicità e dei diritti civili, tutti d’accordo: s’hanno da fare, e al più presto. Cuperlo ha inneggiato alle famiglie arcobaleno che sfilano al Gay Pride e che fanno “intenerire il cuore”, Renzi ha detto che il figlio di una lesbica ha diritto ad essere accudito dalla partner se sua “mamma” sta male e ha vantato di avere Scalfarotto, l’ideatore della famigerata legge contro l’omofobia, tra le sue file; Civati ha detto di non avere certezze se non una: la laicità, intendendo con questo che la legge deve garantire ad ognuno il soddisfacimento dei suoi desideri. La laicità consisterebbe in “ognuno faccia ciò che vuole”. I bambini però non possono fare ciò che vorrebbero: nascere e non essere sacrificati allo stato embrionale, essere procreati in modo umano, avere un padre e una madre veri.

Insomma, qualunque dei tre candidati l’8 dicembre prossimo vinca le primarie si può stare certi che l’esito non cambierà. Il Partito democratico punterà su questi obiettivi, con l’aiuto dei cattolici che ci stanno dentro. Buono a sapersi, compresa la notizia che nemmeno Renzi offre, da questo punto di vista, qualche speranza.

Una risposta a “Discordi, ma non su tutto”

  1. Pietro ha detto:

    Peccato !
    Un minuscolo barlume di speranza mi era venuto quando ho letto che Renzi a Firenze si è pronunciato a favore di un cimitero per i bimbi non nati.
    Ma si vede che prevale anche in lui la dimensione del “politicamente corretto” che tanti danni sta provocando in tutte le realtà politiche, culturali, religiose e di pensiero.

Rispondi a Pietro Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *