Il cardinale Bagnasco aveva parlato chiaro. 250 giudici del Livatino concordano con lui. Ma non Francesco D'Agostino, presidente dell'Unione Giuristi cattolici, che su "Avvenire" apre alla legge sulle DAT. Alla fine il magistrato Giacomo Rocchi chiude la partita. La legge è eutanasica, non ci sono dubbi

Con questa legge Eluana Englaro sarebbe stata fatta morire prima




Il magistrato Giacomo Rocchi, in un articolo su La Nuova Bussola Quotidiana (vedi qui), del 1 aprile scorso,  ha chiuso la discussione con argomenti inoppugnabili: con il testo di legge in esame in Parlamento,  Eluana Englaro sarebbe stata fatta morire subito, senza nemmeno una delle famigerate sentenze dei giudici.

Nei giorni scorsi,  ben 250 giuristi hanno firmato la dichiarazione del Centro Studi Rosario Livatino (vedi qui) assolutamente contraria al testo di legge cosiddetto sulle DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento), ritenendo, a seguito di un attento esame del testo dal punto di vista giuridico, che in realtà si tratti di una legge pro eutanasia.

Ma su “Avvenire” di giovedì 30 marzo (vedi qui), il prof. Francesco D’Agostino, tra l’altro presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, si è dissociato da questa prospettiva, sostenendo invece che il testo di legge non apre all’eutanasia e che va considerato solo per quello che dice e non per i possibili abusi che se ne possano eventualmente fare.

L’uscita di D’Agostino ha suscitato sconcerto dentro la stessa Unione dei Giuristi Cattolici. Marco Ferraresi, presidente dell’Unione di Pavia e Consigliere centrale della stessa, ha affermato (vedi qui): “Che proprio il Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani si esprima in questo modo su punti così delicati, che ineriscono al diritto alla vita e al comandamento di non uccidere, non può che suscitare dolore e sconcerto”. Ci sarà uno scisma nell’Unione Giuristi Cattolici?

A questo punto cade l’articolo del magistrato Rocchi di cui si parlava in apertura. Egli legge passo passo il testo di legge e mostra in modo inconfutabile che, se ai tempi di Eluana Englaro fosse stata in vigore questa legge, la giovane sarebbe fatta morire subito, senza bisogno nemmeno di sentenze di giudici di sorta. Infatti nella legge ci sono tutte le condizioni per farlo. Giacomo Rocchi conclude il suo articolo chiedendo le dimissioni di Francesco D’Agostino.

Nel contesto colpisce il silenzio dei Vescovi italiani su un problema così vivo e forte. Il cardinale angelo Bagnasco, però, nella prolusione del 20 marzo 2017 (vedi qui), aveva detto parole piuttosto chiare, anche sulla legge in questione: «La legge sul fine vita, di cui è in atto l’iter parlamentare, è lontana da un’impostazione personalistica; è, piuttosto, radicalmente individualistica, adatta a un individuo che si interpreta a prescindere dalle relazioni, padrone assoluto di una vita che non si è dato. In realtà, la vita è un bene originario: se non fosse indisponibile tutti saremmo esposti all’arbitrio di chi volesse farsene padrone. Questa visione antropologica, oltre ad essere corrispondente all’esperienza, ha ispirato leggi, costituzioni e carte internazionali, ha reso le società più vivibili, giuste e solidali. È acquisito che l’accanimento terapeutico – di cui non si parla nel testo – è una situazione precisa da escludere, ma è evidente che la categoria di “terapie proporzionate o sproporzionate” si presta alla più ampia discrezionalità soggettiva, distinguendo tra intervento terapeutico e sostegno alle funzioni vitali. Si rimane sconcertati anche vedendo il medico ridotto a un funzionario notarile, che prende atto ed esegue, prescindendo dal suo giudizio in scienza e coscienza; così pure, sul versante del paziente, suscita forti perplessità il valore praticamente definitivo delle dichiarazioni, senza tener conto delle età della vita, della situazione, del momento di chi le redige: l’esperienza insegna che questi sono elementi che incidono non poco sul giudizio. La morte non deve essere dilazionata tramite l’accanimento, ma neppure anticipata con l’eutanasia: il malato deve essere accompagnato con le cure, la costante vicinanza e l’amore. Ne è parte integrante la qualità delle relazioni tra paziente, medico e familiari».

E’ strano che, dopo una dichiarazione di questo genere, sia stato consentito al Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di sostenere sul quotidiano della CEI una posizione completamente diversa.

Una risposta a “Con questa legge Eluana Englaro sarebbe stata fatta morire prima”

  1. Antonella ha detto:

    Certa che ELUANA Englaro volesse vivere(parlo da medico testimone della sua volontà) x’sapeva reagire con attacchi di panico e/o tosse insistente quando sentiva che doveva morire,documentato ormai da tanti casi che nelle stesse sue condizione dichiarano che sentivano tutto e capivano tutto, mi domando cosa c’è di più ipocrita di questa legge che è priva di amore toglie acqua e nutrimento ai piu bisognosi e obbliga il medico a togliere la vita su ordine di un paziente incompetente ??? È uccidere con premeditazione pure testamentaria=follia pura
    Leggiamo il SVangelo di Gv.10,17 e seguiamo il Testamento d Amore di Cristo e il mondo si salverà
    Antonella
    Quanto egoismo oggi ha l’uomo?

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