Al medico che ritenesse infausta la prognosi ed inutili i trattamenti è ora lasciato il potere decisionale di sospendere ad un paziente le “terapie” di nutrizione ed idratazione artificiale.

Con quale coscienza si può votare una legge così?




Inserendo nel motore di ricerca di Google la parola “infame”, il dizionario riporta come definizione: atrocemente contrario alla dignità della persona umana. E come si potrebbe definire la legge sul cosiddetto “Biotestamento” appena approvata al Senato?

Una legge terribile, atroce, che condanna ciascuno di noi. La sorte riservata a Charlie Gard è quella che adesso potenzialmente potrebbe spettare a ciascuno di noi, che potremmo andare a fare compagnia ad Eluana Englaro nelle ultime ore di vita che le sono state riservate.

La bugia, l’ennesima che ci viene propinata da questa legislatura comandata e non eletta, è stata smascherata dall’avvocato Monica Boccardi, membro dei Giuristi per la Vita. Con un’analisi del testo della legge, l’avvocato Boccardi evidenzia l’atroce intreccio tra quattro commi della legge stessa, che in definitiva sanciscono che un medico può obbligarti a morire e tu non hai scelta.

Innanzitutto va evidenziato che l’Art. 1 al comma 5 definisce la nutrizione e l’idratazione trattamenti sanitari, “in quanto somministrazione di nutrienti mediante dispositivi medici”; il successivo comma 6 invece determina che “il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali; a fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali”.

L’Art. 2 al secondo comma, nei casi di pazienti con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte,  vieta “ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure” ed il ricorso a “trattamenti inutili o sproporzionati”, mentre l’Art, 4 comma 5 stabilisce che il medico può disattendere al rispetto delle DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento) qualora esse “appaiano palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente…”.

In definitiva al medico che ritenesse infausta la prognosi ed inutili i trattamenti è ora lasciato il potere decisionale di sospendere ad un paziente le “terapie” di nutrizione ed idratazione artificiale.

“Poiché l’Art. 2 vieta ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure in caso di prognosi infausta a breve termine e l’Art. 1 comma 6 dice che il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norma di legge – analizza l’avvocato Boccardi – va da sé che è stato sostanzialmente vietato di tenere in vita i pazienti la cui prognosi sia infausta a breve termine, anche quando le sue DAT o la sua volontà espressa al momento della prognosi qualora sia lucido, sia di essere sottoposto a cure e trattamenti che possano allungargli la vita o evitare di morire subito”.

L’avvocato evidenzia inoltre come la mancanza di una definizione della brevità del termine, che può essere di mesi o di anni, introduca di fatto un divieto di curare gli ammalati che non abbiano speranza di guarigione: “viene posto in mano ai curanti il potere di decidere della vita e della morte dei pazienti, dando ad uno solo di loro la possibilità di negare le terapie di sostegno alla vita, come l’idratazione e la nutrizione, e la stessa ventilazione, senza possibilità di controllo preventivo, senza possibilità di opposizione del paziente ( nemmeno tramite le DAT precedentemente sottoscritte in caso siano di richiesta di ogni trattamento possibile),  né dei parenti o dei fiduciari”.

Un’analisi, questa della Boccardi, che può far pensare ad una trama di un film del terrore, ma che invece rispecchia la triste e disumana realtà nella quale siamo sprofondati.

Mi chiedo con quale coscienza, ammesso ne abbiano una, si possa aver scritto una legge così, si possa averla votata o la si possa considerare accettabile.

Un problema di coscienza che non va solo a toccare quella dei politici, ma anche quella della parte di clero e di religiosi che, sperando solo non abbiano veramente capito la sua portata, se non la stanno applaudendo, perlomeno non la stanno nemmeno criticando.

Ormai viviamo in una società popolata da “senza Dio”.

Solo chi non crede a nulla può essere artefice di teorie e leggi che tolgono qualsiasi valore alla vita, dal concepimento fino alla fine.

Terrificante che si cerchi di non lasciare più nulla alla natura: concepimenti in laboratorio, persino coinvolgendo più soggetti; morti pianificate in basa a parametri stabiliti da non si sa chi; in mezzo, durante la Vita, tutta una serie di azioni in cui il soggetto non è più tale, ma diventa mero oggetto, con tanto di numero di matricola, che vorrebbero obbligato alle revisioni ed installazioni degli “aggiornamenti automatici”.

C’era una volta l’umanità…

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