Dottore in Storia, scrittore e giornalista, César Vidal è un esempio di ciò che potremmo chiamare “enciclopedia ambulante”. È capace di trovare il dato culturale più esotico traendolo dalla sua “borgiana” memoria (di Borges, non dei Borgia). Si è dedicato a scrivere quasi 200 opere, tra libri di storia, di religione, biografie e romanzi giovanili. È stato un brillante maestro di pensiero durante gli ultimi anni del Governo Aznar e le due disastrose legislature di Zapatero, con i suoi interventi Tv in Cope o in EsRadio. Aveva l’abitudine di analizzare l’attualità politica con lo specchio retrovisore della Storia, mettendo in relazione i deliri del nazionalismo o le brame di potere del PSOE (Partito Socialista Spagnolo), con Viriato, la Riconquista e Filippo II.
Ma ora Vieal vede queste cose da un altro punto di vista, da quando, vivendo a Miami, dirige il programma “La Voz” (la Voce), che può essere ascoltata via internet al link www.cesarvidal.com , ma anche da una dozzina di emittenti spagnole e di altri paesi.
Conosce qualcuno che abbia scritto più libri di lei? La accusano di essere una delle cause della deforestazione di mezza Europa.
Corin Tellero e Jordi Sierra i Farba sono due autori che in Spagna hanno scritto più di me. Ma certamente non sono gli unici.
Scrive perché la ricordino o perché si affezionino a lei?
Né per una cosa, né per l’altra. Scrivo perché ho qualcosa da dire, e non si tratta di cose banali.
Perché la società è più indulgente con Manolo se dice che è Manolita, che con Manolo se dice che è Napoleone?
Deduco che il sesso – parola sempre più impiegata – ce lo dà la società e che non nasciamo con quello, è un vero sproposito. Basta guardare a un neonato e, salvo casi eccezionali dovuti a malformazioni, possiamo subito vedere se è un bambino o una bambina.
Dove termina la ideologia di Genere e comincia la deviazione?
L’ideologia di Genere è in se stessa una deviazione, e l’esempio da lei fatto ce lo mostra.
Non le sembra totalitario che le leggi LGBT impediscano a una persona di abbandonare l’omosessualità? Perché questa intenzione di imporre come un reale diritto l’omosessualismo?
L’ideologia di genere è totalitaria di per se, perché, per quanto si dia la sua impostazione totalitaria, il suo progresso sociale è impossibile. Senza i meccanismi di imposizione statale, finirebbe con l’essere un fenomeno assolutamente marginale.
Perché questa impostazione?
Le ragioni sono diverse. Nel caso di alcuni politici bisogna tener conto della ricerca della crescita personale, che non si sarebbe mai prodotta senza il suo collocarsi nella mentalità gay. Per altri si tratta di recuperare qualche voto in più che, si immagina, verranno su quella via. Alla fine poi non mancano mai i gonzi che “come Vicente, va dove va la gente”. Le motivazioni internazionali sono molto più perverse, utilizzando in maniera scorretta la collettività per concretizzare le loro politiche. Qual è, per esempio, la ragione dell’appoggio LGBT alla capitolazione della Colombia di fronte alle FARC? Che cosa ha a che fare l’omosessualità con qualsiasi ente narcoterrorista?
Perché la comunità educativa non si ribella alla legge Cifuentes, che vuole imporre obbligatoriamente nelle aule scolastiche i contenuti LGBT?
Sappiamo dalla storia che ogni tanto gli spagnoli “esplodono” (in proteste), ma in generale si comportano come le pecore. La reazione dovrebbe essere, non solo della comunità educativa, ma anche dei genitori, però, per timore di rappresaglie, per conformismo, per paura di apparire “fascisti”, sono pochi quelli che si azzardano a denunciare un oltraggio senza senso.
Le lobby (omosessualiste) speculano sulla bisessualità di Cervantes … . Ha fondamento però questo modo di utilizzare la storia?
Certamente Hitler era un bisessuale, però bisogna essere sciocchi o ignoranti per affermare che Cervantes era un bisessuale. Credo che queste affermazioni soggiacciano a un profondo senso di inferiorità, che cerca compensazione con l’attribuzione del carattere omosessuale a tutto ciò che si muove e che presenta una certa attrattiva. Quando risulta ovvio che le cose non stanno così, si insinua che egli lo nascondeva. Basandomi su questo argomento assurdo, come potrei negare che sono buddista, ma lo nascondo?
Dove va il PSOE dopo Sanchez?
Zapatero ha causato un danno inenarrabile alla Spagna e anche al suo partito. Alcuni lo avevano già notato durente il suo primo mandato, ed era impossibile negarlo a metà del secondo. Il secondo danno se lo assumerà il PSOE o dovrà rassegnarsi ad essere una forza marginale.
E il PP del post Aznar e le sue complessità omosessualiste?
È da più di un lustro che sostengo che Rajoy e il rajoysmo sono una vera disgrazia per la Spagna in generale, e in particolare per la destra. Ho anche detto di non avere votato per il PP nelle ultime tre elezioni generali, e che non ho alcuna intenzione di farlo in futuro, perché una coscienza tranquilla è molto più importante di qualsiasi altra considerazione. Per alcuni aspetti Rajoy è stato anche peggiore di Zapatero.
Però alla fine Podemos e Cs si sono sfilati, e sembra che si sia consolidato il bipartitismo tra PP e PSOE. Alla fine perché tutto cambi, ma poi rimanga tutto uguale … . Come vede la cosa?
Credo che effettivamente Ciudadanos ha dimostrato di essere meno solido di quanto sembrava. Girauta, del fronte della lista di Barcellona, ha perduto un numero colossale divoti, in comparazione con la precedente ooranaa elettorale. In Galizia Cristina Losada si è scagliata penosamente e, in quelle guasconate, non sono riusciti ad ottenere i risultati di UPeD. Si direbbe che la politica nazionale sia superiore alle sue capacità, da cui inoltre hanno creato l’apparenza di essere disposti a qualsiasi cosa pur di avere il potere.
È Podemos?
Podemos, parlando obiettivamente, dovrebbe dissolversi come uno zuccherino, tenendo conto delle sue contraddizioni. Ad ogni modo, la crisi del PSOE e la politica di Rajoy sono come due palloni gonfiati. In Galizia e Vascongada sono riusciti ad ottenere l’auspicato riscatto, e vedremo come finirà col suo passaggio alla politica nazionale.
Il campo in cui nessuno supera la sinistra, è la cultura: un bastione da cui domina. Dacché la sinistra sarebbe la colta, mentre la destra analfabeta?
Ci sono nazioni in cui il peso culturale della sinistra è stato importante, ma non nel caso della Spagna. In realtà, in Spagna, la cultura reale è sempre stata di destra – Lope, Cervantes, quevede, unamuno, Ortega, Valle Inclan, Beroja, Benavente, eccetera. – e quando è stata di sinistra ha conservato elementi vagamente cristiani, come nel caso di Miguel Hernández o di Galdos, che oggi a molti potrebbero sembrare reazionari.
Adesso però controllano la televisione, il cinema e l’editoria.
Di fronte a questa situazione la sinistra a reagito, o appoggiandosi a coloro che non erano di sinistra -il caso più sfacciato, anche se non l’unico, è quello della Lorca – lodato esageratamente dai suoi – come Alberti – e allontanando dai canali culturali quelli che non sono d’accordo. Per questo è molto rivelatore il fatto che non si trovano in questo momento opere come quelle di Garcia Serrano, Foxa e tanti altri, o che estista un patto – non so se tacito – perché certe opere non siano presentate e certi autori non vengano pubblicati. La cosa più grave è che gruppi editoriali, si suppone non di sinistra, si prestino a questo vero genocidio culturale. (È la logica del politicamente corretto, bellezza! N. d t).
Rifugiati o cavalli di Troia?
Diciamo che ci sono cavalli di Troia fra i rifugiati.
La Germania, complessata per le aggressioni di Colonia, è la locomotrice o il pugnale per l’Europa?
Ci piaccia o no, la Germania è la locomotrice economica dell’Europa, però ciò non vuol dire che lo sia anche per altri aspetti. Gli stessi tedeschi hanno cominciato a distribuire la fattura a questa politica delirante. I media spagnoli – che spesso sono caratterizzati da una sorprendente incomprensione di ciò che accade all’estero – si sono affrettati a qualificare come estrema destra, e anche come nazisti -, tutti coloro che hanno avuto la capacità di reagire di fronte al pericolo che, purtroppo, non vedo in Spagna.
Torneremo ad avere in Spagna, col concorso delle madrasse e le Università come quella Islamica di San Sebastian, i Muza e i Tarik?
Disgraziatamente, non è impossibile.
Parlando di Stati Uniti: Come mai lei ha tanto affetto per la Confederazione, forse perché è stato biografo di Lincoln? Da che parte sta?
Sono un grande ammiratore di Lincoln e ho un amore viscerale per il sud degli Stati Uniti, anche perché è il posto in cui vivo. Alle volte mi identifico di più nello Stato libero di Jones e nei suoi principi ideologici. Poco tempo fa su questo argomento è uscito un film il cui protagonista è Mattew McConaughey. Lo consiglio vivamente.
Trump o Hillary? E perché?
Non sento alcun entusiasmo per nessuno dei due. Hillery è la candidata del sistema e la sua vittoria significherebbe un nuovo impulso alla visione globalizzatrice, che mi causa una profonda inquietudine perché implicherebbe nuovi conflitti armati, alcuni di essi in Europa. Darebbe nuovo impulso anche al TTIP (Trattato per il libero commercio con l’Unione Europea), che costituisce una vera minaccia per la libertà dell’Europa. In termini di politica domestica, temo che implicherà una razionalizzazione di fenomeni come l’ideologia di genere. Può però dare un maggior impulso all’economia.
E Trump, è forse un candidato antisistema?
Trump intende la sua politica in chiave più americanista che globalista e il suo trionfo potrebbe favorire una maggior distensione nella situazione mondiale, per il fatto di sistemare in primo luogo i problemi americani, e poi perché dice che non ha senso voler essere ancora la “polizia del mondo”. D’altronde è difficile che provochi più instabilità di quella creata da Bush e Obama. Per milioni di nordamericani la sua insistenza nel voler evitare la delocalizzazione delle imprese, di abbassare le imposte, di liberarsi da guerre esterne e di non volersi far travolgere dall’immigrazione, rimane molto attrattiva. Non possiamo comunque dimenticare che ha contro Wall Streat e la maggioranza dei media. Se vince le elezioni sarà una dimostrazione che l’establishment non può controllare tutto. (Bisognerà vedere poi se questa campagna unilaterale a favore di Hillary unita al continuo discredito per Trump, non porti la maggioranza degli elettori a favorire Trump. Famosaa eterogenesi dei fini” N d t).
di Alfonso Basallo
Fonte: http://www.libertaepersona.org
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