A Verona i misteri dell’ideologia applicata alla legge




Sabato 20 settembre 2014 si è tenuto a Verona il primo Convegno dell’Associazione VITA E’, presieduta da Massimo Gandolfini. E’ stata una giornata di importanti relazioni e tavole rotonde nella grande sala del Santuario di Santa Teresa del Bambino Gesù dei Padri Carmelitani Scalzi. Vi hanno partecipato: Eugenia Roccella, Francesco Agnoli, Renzo Puccetti, Raffaella Frullone, Francesco Ognibene, Toni Brandi, Gianfranco Amato, Mario Adinolfi, Federico Iadicicco, Lorenzo Fontana,  Carlo Giovanardi ed altri. Grande partecipazione di pubblico.

Nell’impossibilità di rendere conto dell’intero convegno, ni soffermo solo su un piccolissimo ma significativo aspetto. Massimo Gandolfini ha parlato di adozione. Lui e sua moglie hanno adottato sette bambini. Ha riferito una cosa curiosa. In Italia, quando una coppia intende adottare un bambino deve seguire una trafila burocratica molto impegnativa che può durare anche tre anni. Prima l’assistente sociale, poi i carabinieri, poi i giudici e così via. La coppia deve partecipare a molti colloqui dove la domanda principale che tutti fanno ai potenziali genitori adottivi è: perché volete adottare un bambino? Se la risposta a questa domanda è “perché desideriamo un bambino!” si può essere certi che l’adozione non viene concessa. Perché il desiderio di un bambino è qualcosa di soggettivo e “egoistico” e non oblativo nei suoi confronti. Ma allora, si è chiesto Gandolfini, perché si vuole permettere con la fecondazione omologa o eterologa di avere un bambino perché la coppia – qualsiasi essa sia, per di più – l0 desidera? E aggiungo io: perché la Corte Costituzionale ha decretato che è costituzionalmente fondato il desiderio della coppia di avere un figlio per cui il divieto della fecondazione eterologa previsto dalla legge 40 è stata giudicato incostituzionale?

Misteri dell’ideologia applicata alla legge.

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