Era il 22 ottobre di 38 anni fa. Giovanni Paolo II era stato appena eletto, e nell’omelia della prima Messa del pontificato aveva pronunciato la frase che ancora oggi tutti ricordano perché sono di quelle che attraversano la storia:
“Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vari campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo Lui lo sa!”.
La cosa sorprendete di questo appello accorato è che Giovanni Paolo II non chiedeva solo che a Cristo si aprissero i cuori, ossia la vita spirituale delle persone. Certo, anche questo, dato che solo Lui sa cosa c’è dentro l’uomo. La cosa sorprendente è che egli chiedessi di aprire a Cristo gli Stati, i sistemi economici, la politica, la cultura, la civiltà, lo sviluppo. Quella cattolica non è una regione solo intima, ma è storica e sociale, pubblica e capace di plasmare la civiltà. Giovanni Paolo II non si limitava a chiedere ai cristiani di essere buoni cristiani, ma chiedeva che anche lo Stato e la società lo diventassero, come pure le leggi e le istituzioni economiche.
Ed infatti subito iniziò a rilanciare la Dottrina sociale della Chiesa, che doveva avere proprio questo scopo, ossia di testimoniare la presenza pubblica della Chiesa.
E’ impossibile enumerare qui tutte le scelte fatte da Giovanni Paolo II in questo senso. Ricordiamo almeno la sua pressante richiesta all”Unione Europea di inserire il riferimento a dio nella sua Castra costituzionale e fondativa.
Giovanni Paolo II fu seguito da molti, ma da molti fu anche osteggiato, anche dentro la Chiesa. E lo fu proprio per questo, aver ribadito che Cristo c’entra non solo col nostro cuore, ma anche con tutta la vita sociale e politica.
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